Audio da TV LG e/o WebOS e sintoamplificatore

Dopo innumerevoli prove ne sono venuto a capo!

Il problema era che guardando un contenuto dai servizi di streaming (Netflix, Disney+, Amazon Prime e altri) non riuscivo a sentire l’audio nel “formato originale” (cioè in Dolby ATMOS, Dolby Digital 5.1 o gli altri) ma solo in quello che il sintoaplificatore (nel mio caso un Denon AVR X1700H DAB+) voleva. Ho provato a cambiare le varie voci dell’audio sia del tv che del sintoamplicatore ma niente. Ho perfino scaricato l’app Denon (AVR Remote, davvero pessima) ma niente…

Come ho risolto?

Dalla tv, andando in impostazioni HDMI e scegliendo “HDMI passtrough”, succede che il segnale passa “così com’è” ed è il decoder ad occuparsi di decodificarlo e passarlo alle casse. Ah, i passaggi precedenti sono stati:

  • Cavo HDMI Ultra HD (controllate che lo sia!)
  • Collegato il cavo alla presa HDMI eArc del TV da un lato e alla presa HDMI “OUT” del sintoamplificatore
  • Dalla tv attivare Arc (e nel mio caso anche eArc, sono due voci diverse)
  • Impostazioni (rotellina del telecomando della tv)→ Audio → Impostazioni avanzate → Uscita audio digitale → Ok → Fa scegliere tra PCM (l’impostazione di default, il motivo per cui non andava), Auto e Pass Trought. Scegliere “Pass Trough”, in questo modo l’audio passa inalterato dal TV al decoder, che capisce il formato e agisce di conseguenza (se Dolby Digital 5.1 attiva le 5 casse e il subwoofer, se ATMOS attiva anche gli altri altoparlanti e così via).

Sarebbe stato troppo semplice che si configurasse da solo una volta connesso il cavo HDMI vero?

Mazinger Z e la traduzione in italiano dei sottotitoli nei blu-ray

Mazinga Z – Yamato Video 12 dischi, 92 episodi

Ho visto (non rivisto, proprio visto per la prima volta!) tutti i 92 episodi di Mazinga Z (nome originale “Mazinger Z”). Non hanno più il fascino di un tempo, ma all’epoca ne avevo visto solo qualche episodio sparso e vista la grande confusione (si legga qui sotto la questione doppiaggio) che si era creata all’epoca almeno ora ho messo ordine nella storia. A cosa mi riferisco?

Mazinger Z (chiamiamolo con il suo nome per carità!), fa parte di una trilogia narrativa creata da Go Nagai, in ordine cronologico di uscita in Giappone abbiamo:

  • Mazinger Z (Mazinga Z)
  • Great Mazinger (Grande Mazinga)
  • UFO Robot Gurendaizā (da noi chiamato Atlas Ufo Robot – Goldrake)

In Italia invece le cose sono andate così per la programmazione tv, con nemmeno tutti gli episodi trasmessi:

  • Atlas Ufo Robot – Goldrake (UFO Robot Gurendaizā )
  • Grande Mazinga
  • Mazinga Z – fino all’episodio 52 (su 92) e tagliando qualche sequenza e qualche episodio (ogni episodio durava 3-4 minuti in meno e dei 52 iniziali ne hanno ne hanno saltati una cinquina non in ordine).

Per qualche strana ragione il protagonista del primo anime, Mazinger Z, in italiano ha cambiato nome in ogni serie (ordine di apparizione in Italia)

  • Atlas Ufo Robot – Goldrake (UFO Robo Gurendaizā) → Alcor
  • Grande Mazinga (Great Mazinger) → Koji
  • Mazinga Z (Mazinger Z)→ Ryo

Ovviamente trattandosi della stessa persona era disegnato uguale… Per forza non si capiva il collegamento… Ah il nome vero è Koji.

Non è chiaro perché sia successo, non ho trovato la spiegazione da nessuna parte. Direte voi “perché era difficile da pronunciare” “e ok allora perché lasciare Sayaka o Shiro o il cognome di Koji, Kabuto (Ryo Kabuto in Mazinga Z)?

Oltre a Koji Kabuto ci sono vari personaggi ricorrenti nelle tre serie, da Boss (Borot, il suo robot pasticcione e imbranato, costruito con rottami, non viene mai detto il vero nome) a Shiro Kabuto (il fratello minore di Koji Kabuto) al professor Yumi (il direttore del centro ricerche per l’energia fotonica).

Ad ogni modo, nell’edizione più recente disponibile in Italia, i Blu-Ray di Yamato Video “Mazinga Z”, il doppiaggio è stato rifatto per tutti gli episodi da altri doppiatori rispetto alla serie andata in onda negli anni ‘80 (1980, la serie in Giappone è del 1972-1974) ma per “coerenza” – così dicono nelle interviste comparse sulla stampa- i nomi sono stati lasciati “sbagliati”. Quindi Koji è Ryo anche negli episodi inediti e doppiati per la prima volta.

Quello che più mi turba oltre a quanto sopra (visto che c’erano, secondo me era più corretto verso l’opera rispettare i nomi originali) è la traduzione nei sottotitoli. I dischi hanno audio giapponese con “sottotitoli italiani fedeli all’originale”, audio italiano e audio italiano con “sottotitoli fedeli all’originale”. Ma alle volte quello che succede non è coerente con quanto scritto (l’ho visto in giapponese) e la traduzione è “letterale” del giapponese parlato. Mi spiego. Afrodite A (il primo robot di Sayaka) si chiama così anche in giapponese ma per come pronunciano loro l’inglese dicono “Aprhodai A” o l’hover plinder (l’aliante slittante in italiano…) che nei sottotitoli diventa “pileder”. Questa è l’unica spiegazione che mi sono dato per questa incoerenza, hanno scritto quello che si sente… Inoltre i famosi “mostri meccanici” sono chiamati “bestie meccaniche”, anche qui non ho trovato spiegazioni. Quando compare la base avanzatadel Dottr Hell, verso metà stagione, “l’isola infernale” sostituisce l’isola di Bardos, ma in alcuni episodi verso la fine invece di “isola infernale” viene chiamata “castello infernale”.

Per fare una altro esempio sulla pronuncia giapponese di termini inglesi, il famoso pugno a razzo in giapponese viene pronunciato con un inglese “maccheronico”: ROCHETO PUNCH” cioè “rocket punch”. Anche qui non mi tornano i sottotitoli, perché il rocket punch (quindi pronunciato in “inglese” anche nella versione originale) è rocket punch nei sottotitoli italiani ma i raggi fotonici, “Koshiryoku Beam” come vengono tradotti? Raggi fotonici… Alle volte si altre no? Perché questo è in giapponese/inglese invece gli altri solo inglese? Sarebbe bello saperlo, solo per curiosità!

Anche l’istituto di ricerca ha un nome diverso nel doppiaggio degli anni ‘80. Era “Istituto di ricerca per l’energia fotoatomica” qui invece è “Istituto di ricerca per l’energia fotonica”.

Le tv in pollici

Come ben sappiamo, qui in Italia le tv vengono vendute per dimensione espressa in pollici. Ed è un peccato oltre che un’unità di misura con cui non siamo pratici, usata probabilmente un po’ per abitudine (si è sempre fatto così) un po’ perché così ci si confonde, forse un po’ perché i pannelli sono già in pollici e trasformarli in cm vorrebbe dire scrivere 55” → 139,7 cm e non è un bel vedere (secondo loro).

In un paese europeo vero le misure sarebbero espresse in cm secondo lo standard internazionale, aldilà delle convenienze dei privati. Le misure che ho ricavato, se fossero schermi 16:9 sarebbero tutte progressive con +25 cm tra l’una e l’altra e non sarebbero tanto lontane delle dimensioni attuali.

  • 75 cm (29,5”)
  • 100 cm (39”)
  • 125 cm (49”)
  • 150 cm (59”)
  • 175 cm (69”)
  • 200 cm (78”)
  • 225 cm (88”)
  • 250 cm (98”)

Meglio no?

Le nicchie di mercato

Dando per scontato che tutti sappiano cosa sono le nicchie di mercato, più il tempo passa più mi accorgo di quante ce ne siano di non sfruttate.

Qualche esempio?
Parlando di televisori, non esiste un tv completo con schermo di piccole dimensioni, utile come seconda tv per camere e/o seconde case. Un 61 cm (i 24″) o 71 cm (i 28″). Da quando sono spariti i televisori CRT questi formati sono scomparsi, rimane qualche 61 cm principalmente di marchi sconosciuti o sottomarchi, ma mancano completamente le caratteristiche che servirebbero oggi, HDMI 2.1 (questa non ce l’hanno nemmeno i top di gamma, i 165 cm/65″), USB tipo C da 100 W per alimentari dispositivi esterni senza bisogno di alimentatori aggiuntivi, schermo 16:9 (e non 16:10), 4K… Esiste forse un modello della Philips da 60 cm/ 24″, il 24PFS5303/12 :
ma come dicevo è solo Full HD. E penso sia l’unico, tutti gli altri “piccolini” sono HD Ready…
Altra nicchia, le biciclette… Non c’è un solo sito che elenchi chiaramente tutte le caratteristiche salienti, le taglie, il tipo di cambio, il materiale della forcella e del telaio, la sella, il tipo di freni… mettono qualcosa ma mai tutto. Spesso poi non viengono considerate come una discriminate nella scelta (il “filtro” nel motore di ricerca) nemmeno caratteristiche fondamentali come il materiale del telaio. Se sono in acciaio, alluminio o carbonio mi piacerebbe saperlo prima di aprire la pagina della bicicletta…
Fin qui ne ho elencati solo due, ma sono molti e molti i mercati di nicchia dove un sito fatto bene o un produttore interessato potrebbe fare breccia.

Internet all’Università Degli Studi di Padova

Un lettore ci ha spedito un test di velocità di qualche tempo fa fatto dall’Università Degli Studi di Padova (via cavo e dal dipartimento di sociologia).

L’accesso ad Internet è importante, così come la qualità e la velocità dello stesso. Come è messa l’Università degli Studi di Padova a riguardo? Questi sono valori rilevati via cavo in un’aula di Via Cesarotti (sede di Sociologia). Sostanzialmente una fibra 100/10 (considerando che è condivisa tra tutta la struttura). Visto che in casa abbiamo le stesse velocità direi che è male, anzi malissimo. Dovrebbe essere di classe Gbit per essere al passo con i tempi! (Come si evince il test è stato effettuato a Marzo 2015).

Università Degli Studi di Padova Internet

Netflix è finalmente in Italia ma…

Il titolo riassume il contenuto del testo, cioè la mia opinione sul Netflix in Italia.
Netflix, il più grande sito di streaming legale di film e telefilm al mondo è finalmente arrivato anche in Italia. In sordina, senza grandi fanfare mediatiche se non qualche servizio televisivo trasmesso il 22 ottobre dai telegiornali nostrani. Non c’è stata nessuna pubblicità (cartellonistica, passaggi televisivi, banner nei siti più visitati) ma è arrivato. Con un esborso economico pari a quello degli altri Paesi, 9,90 euro al mese per vedere in full HD due programmi contemporanei (ci sono anche tagli più bassi o più alti).
Lo conoscevo da tempo e l’avevo già provato quando vivevo all’estero ma si parla di anni fa e speravo che nel frattempo fosse migliorato.
Invece no!
Un bell’elenco delle cose che non vanno (ad oggi, novembre 2015):
-Ci sono film ma sono fermi alle uscite 2013 e sono pochi.
-Non è una videoteca dove si trova di tutto. Si trova poco, tanti “classici” non ci sono, non ci sono i Don Camillo, non c’è un solo film di Bud Spencer o di Fantozzi, nessun film in B/N della grande cinematografia italiana.
-Telefilm ci sono ma non tutti sono completi, di alcune serie ci sono solo alcune stagioni (ad esempio le prime tre stagioni su cinque totali, o ancora peggio, le ultime tre stagioni su nove…).
-La personalizzazione dello streaming è inesistente. Non si può scegliere la risoluzione e nemmeno si conosce al momento della riproduzione. Tanto parlare dell’algoritmo adattivo che permette di riprodurre fluidamente anche con connessioni scarse e poi nessun controllo (sono in 480? 720? 1080? Progressivi o interlacciati?) Né sulla qualità video (va bene, nelle impostazioni ci sono dei generici “qualità bassa, media, alta automatica”) o sull’audio! Audio mono? Stereo? Dolby Digital 5.1? Non si sa!
-Non c’è un forum di supporto. Hai un problema o un suggerimento? FAQ chiuse o si telefona all’assistenza, nessuna possibilità di una discussione pubblica. Nemmeno un indirizzo email a cui scrivere.
-Non c’è modo di sapere se il film ha i sottotitoli in inglese o solo in italiano se non avviando la riproduzione. E una grande parte – non faccio numeri ma della ventina che ho visto finora solo uno o due avevano i sottotitoli anche in inglese, nonostante l’audio fosse disponibile anche in questa lingua!

Netflix perché? Capisco che il servizio debba essere a prova di utonto ma in un sotto-sotto menù la scelta di alcuni parametri mi sembra il minimo! E il catalogo? Per ora siamo scarsi, voci dicono che migliorerà con il tempo ma sono voci.

Mini-ATX no more…

Dopo anni di onorato servizio sono costretto a cambiare il mio HTPC costruito con tanta cura. Si tratta di un case Cooler Master Elite 360 voluto e cercato tra i vari produttori perché ha la possibilità di essere “steso” (i vecchi desktop) e permette l’installazione di componenti standard (scheda ATX o mini-ATX, alimentatore normale, periferiche normali compreso il dissipatore del processore aftermarket – per normali intendo non notetebook-). Perché lo devo cambiare? Non perché sia diventato obsoleto, anzi, funziona ancora benissimo e posso perfino installarci Windows 10 senza problemi. Lo devo cambiare perché cambiando il mobile del salotto non ci sta più. Con mia grande sorpresa ora i mobili porta tv sono (quasi) tutti profondi SOLO 41 cm (il case è circa 44)! Perfino i popolarissimi Besta dell’IKEA! Perché? Misteri del design moderno! Morale della favola, non posso più tenere quel case o riciclare i componenti dei vari pc che ho in casa perché schede madre mini-ITX per i socket dei miei processori non ce ne sono e non ci sono mai state. Prima che me lo chiediate, non ho preso un case mini-ITX fin dall’inizio perché quando ho assemblato quel pc non erano così diffusi e avevano una scelta di scheda madre/case estremamente limitata, senza contare che avevano tutti l’alimentatore proprietario o esterno come i portatili. Oggi per fortuna non è più così ma è troppo tardi per il mio caro e tanto usato HTPC.

La mia esperienza con Office 365 e il rimborso

A Maggio 2015 era uscita la possibilità valida per un mese (vedi qui: https://www.microsoft.com/italy/vivi365/rimborso/ ) di acquistare una copia di Office 365 personal da alcuni rivenditori e vedersela rimborsare eseguendo una semplice procedura online (inviando la ricevuta di acquisto, un documento di identità e compilando un form con i propri dati all’indirizzo email vivi365@msdirectservices.com). il nome completo dell’iniziativa è Microsoft CashBack.
Bene, l’ho fatto e subito mi è arrivata una mail di conferma relativa alla ricezione della documentanzione (attenzione, ricezione della documentazione, non che questa sia giusta!). Si è già capito dove voglio andare a parare… A luglio stanco di aspettare il rimborso (non avevo trovato da nessuna parte l’indicazione di quando sarebbe stato effettuato ho scritto un’email all’assistenza che mi ha prontamente risposto “se la documentazione è corretta riceverà il rimborso entro 2/3 settimane (la fine di Luglio). Passa anche questa scadenza e non vedendo nulla scrivo di nuovo, allegando la documentazione già inviata in precedenza come richiesto. Risposta in un italiano da google traduttore “non le verrà effettuato il riborso perché la documentazione è incompleta, manca il codice SWIFT e adesso è troppo tardi per correggerlo essendo scaduti i termini. Noi ci limitiamo a comunicarlo, la notizia arriva dall’ufficio rimborsi” O_o È vero che il codice SWIFT mancava, avevo scritto solo l’IBAN completo, non mi ero accorto ed è quindi colpa mia, però capisco la pignoleria ma potevano anche avvisarmi prima se proprio non gli andava bene! Bastava un controllo anche automatico del campo del form.
Insomma si sono tenuti i miei 42,90 euro. Direi che questa promozione Microsoft con me ha proprio funzionato…

Come dovrebbe essere un portatile per innovare davvero?

Amd è (purtroppo) molto indietro nel campo dei portatili. Perché? Forse mancanza di investimenti, forse mancanza di volontà. Però non credo non ci sia spazio per l’innovazione! Dovrebbe avere i componenti facilmente accessibili, tutto con viti e nulla ad incastro.
Lato sinistro prese “legacy”, x1HDMI type A female 2.0, x1 jack 3,5mm cuffie microfono, x2 USB 3.1 type A female, x1 USB 3.1 type C female (perché si può usare per alimentare il computer)
Lato destro connettori “nuovi”: x2 USB 3.1 type C, x1 DisplayPort 1.3
Alimentazione tramite alimentatore innovativo, piccolo, un quadrato di 5cm e 2 di altezza doppio cavo, IEC da una parte, dall’altra due USB 3.1 type C (uno per alimentare il pc, l’altro un dispositivo).
Consumo totale inferiore ai 50 W.
Monitor almeno 1920×1080 (quindi 16:9) 120Hz su 33 cm (o doppia risoluzione, 3840×2160 o tripla).

Casella di posta Tiscali.it bye bye

Un veloce aggiornamento per confermare i miei timori. I server ti Tiscali e la loro configurazione del protocollo IMAP e SMTP impedisce di spedire email fuori dal territorio italiano da qualunque dispositivo, sia esso un client di posta (Thunderbird, Outlook) o uno smartphone/tablet. Ho provato tutte le configurazioni possibili, sempre con lo stesso risultato, ricevo ma non invio.

Quindi sono stato “costretto” a migrare le mie 2836 email su Outlook.com. Visto che ci sono aggiungo che sembra sempre per via della particolare implementazione IMAP adottada da Tiscali, sia impossibile importare le email pregresse su Outlook.com o inviarle… Mi sono limiatato a inserire un forward verso la nuova casella che ho configurato su tutti i dispositivi. Terrò d’occhio la situazione da interfaccia web (su Tiscali.it) per qualche tempo ma ora sembra funzionare tutto senza problemi (dopotutto è un semplice invio di email una volta ricevute).