Siamo nel 2011 (XXI secolo) e usiamo ancora le convenzioni decise dai nonni dei nostri nonni (se non i loro padri) per smistare e gestire la corrispondenza cartacea (che comprende anche i pacchi). Sarebbe ora di riformare tutto, mettendo ordine nella confusione tra sistemi nati in Stati diversi, con lingue diverse in periodi diversi. Anzitutto dovrebbe essere uniformata in tutta l’UE (tutti e 27 gli Stati membri), senza eccezioni. Cominciando con la compilazione dell’indirizzo.
Lo spazio dove inserirlo, uguale per tutti (si decide, non so, in basso a destra). Poi, perché partiamo dal nome del destinatario quando è l’ultimo dato che si guarda? Cominciamo dallo Stato! In due lingue, quella del Paese di destinazione o quella decisa arbitrariamente perché sia comprensibile da tutti (quindi l’inglese). Per esempio, va bene “Italia” o “Italy”, non “Italie”! Poi il cap del Comune, il nome dello stesso, la via, il numero civico (senza / e con le lettere maiuscole), il cognome e il nome del destinatario. Il mittente è facoltativo, solo una garanzia che nel caso non si trovi il destinatario per indirizzo errato/cambio di indirizzo, la missiva/pacco ritorni a chi l’ha inviata.
Tutto gestito anche tramite chip RFID (come nei bagagli aerei).
Anche i “formati”, nel senso di dimensioni delle buste/pacchi c’è da mettere ordine. E’ mai possibile che una busta normale non contenga un foglio A4 se non lo si piega in modo disuguale? Una bella busta A5 come standard e via! Con e senza finestra! Stesse cosa vale per i pacchi. Dimensioni massime per invio standard di un metro cubo con peso massimo di 25 Kg. 😉